APPROPRIATEZZA E INNOVAZIONE NEL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DEPRESSIVI

Per una serie complessa di fattori legati sia allo sviluppo della nosografia psichiatrica che all’eccessiva psicologizzazione, sia alla mascheratura comportamentale dei disturbi depressivi, soprattutto nelle ultime generazioni, la depressione finisce per essere sempre meno riconosciuta sia precocemente che nella spesso lunga durata del suo decorso. Ai servizi di salute mentale giungono spesso pazienti già trattati in appropriatamente da agenzie private o psicologiche e con vari trattamenti inefficaci alle spalle.
La gravità dei quadri depressivi diviene a questo “secondo livello” tale da imporre protocolli di cura che prevedono spesso l’associazione di numerosi farmaci con diversi meccanismi d’azione, con ovvie problematiche di collateralità. Gli esiti di questi trattamenti, inoltre, benché risolutivi sulle manifestazioni maggiori, raramente portano alla remissione completa dei quadri clinici, senza sintomi o vulnerabilità residuali. La malattia depressiva necessita di essere revisionata sia per quanto riguarda i suoi modelli clinici e di decorso, sia per i protocolli di cura. Nuove prospettive di trattamento dovrebbero esser prese in considerazione prima che la resistenza ai trattamenti (o la loro parziale inefficacia venga accettata fatalisticamente o sia sottoposta a interventi cornificanti e palliativi).

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